Trivium – Storie di Senso
L’essenziale è invisibile agli occhi
Nell’ambito della rassegna Trivium. Storie di Senso a cura di Luca Cavallini
Museo della Permanente, Milano 23 giugno - 17 luglio 2022
Inaugurazione 23 giugno, h. 18.00
La mostra L’essenziale è invisibile agli occhi che apre i battenti il prossimo 23 giugno al Museo della Permanente di Milano propone una ricognizione sul lavoro di Sara Montani, attraverso un focus sul suo percorso di ricerca degli ultimi vent’anni. L’esposizione rientra nella rassegna Trivium. Storie di senso, curata da Luca Cavallini, conservatore del Museo, che vede affiancati, ognuno con una mostra personale, i tre membri della Commissione Artistica annuale di cui Montani ha fatto parte insieme a Simonetta Chierici e Vincenzo Pellitta: una sorta di punto di convergenza di tre strade separate raccontate attraverso i linguaggi propri di ogni autore.
Sara Montani (Milano, 1951) in decenni di attività artistica e didattica, a partire dagli anni Settanta, ha sperimentato vari linguaggi spingendoli sempre ai limiti e accogliendo nelle sue opere sia il proprio vissuto che oggetti reali. La sua poetica si radica in una fiducia nel lavoro collettivo e pluridisciplinare che è la diretta eredità di esperienze importanti, come scenografa e come insegnante. Quindi la pratica simultanea della pittura, della scultura, dell’incisione o del libro d’artista non si risolve in un semplice eclettismo ma si traduce in immagini ricche di tracce e rimandi, in uno scambio reciproco di materie e processi.
Sara Montani | Via Noto, 15 20141 Milano | 02 4311 9526
Anche con la scultura in resina l’abito, acquisisce una nuova “veste”, proprio per via del medium che gli conferisce una nuova struttura e fisionomia e consente all’artista di mescolare l’invisibile alle sue sensazioni nel dargli forma rendendolo un oggetto d’arte, concreto, che custodisce e racconta la vita personale di chi l’ha posseduto. Un esempio su tutti è dato dall‘opera Il vestito della festa, realizzata utilizzando un abito appartenuto a sua madre, nella quale, racconta, ho sentito la necessità di non esorcizzare il terrificante, la ferita – ovvero la scomparsa della mamma – bensì di includere il dolore nella bellezza di una forma per trovare una “bellezza della ferita” e quindi confrontarmi con ciò che è inesprimibile. La forza del lavoro sta nel restituirmi qualcosa di ciò che non ha immagine, nel rappresentare l’irrappresentabile.
L’ascolto della forma è il metodo che Sara Montani applica a tutti i suoi progetti artistici - o di natura pedagogica e sociale - che nascono nello spazio che lascia alla materia stessa. Così come diventa una necessità permettere al caso di entrare nel processo creativo e, soprattutto, la trasgressione, l’uscire dalla regola, inventando le sue matrici, cioè trasformando materiali eterogenei in “lastra” utilizzabile per la stampa, ed avere quindi la possibilità di inseguire la meraviglia della scoperta nel risultato finale del lavoro. Così si presenta il lavoro decennale delle Foglie, esposto in mostra, dove Montani porta elementi del reale a rivivere, nella loro dimensione naturale, all’interno dell’opera: una stampa, realizzata a secco, senza colore dove, sul foglio bianco di carta cotone, è proprio la linfa rilasciata dalle foglie sotto la pressione del torchio, a costruire la composizione dando voce all'invisibile.
Completa questa sezione della mostra il film Impronte, realizzato dal regista Alberto Nacci: una narrazione simbolica che documenta e avvalora la ricerca di Sara Montani attraverso il linguaggio filmico.
Orari:
lunedì - venerdì 10.00-13.00 14.30-18.30 sabato - domenica 11.00-13.00 14.30-18.30