Appesi a un filo, milano 2025 — sara montani

Appesi a un filo
Essere artisti davanti alla contemporaneità

6 - 16 maggio 2025
Inaugurazione lunedì 5 maggio, ore 17.00

Museo della Permanente
Via Filippo Turati, 34 Milano

a cura della Commissione Artistica 2024-2025
Carlo Catiri, Davide Ferro, Massimo Romani

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Appesi a un filo è la mostra annuale dei soci artisti della Permanente, che riflette sul profondo senso di precarietà esistenziale che segna inevitabilmente il nostro cammino. Un sentirsi appesi a un filo senza certezze, spiazzati da trasformazioni inquietanti, oscure e repentine.

A cura della Commissione Artistica 2024-2025, composta da Carlo Catiri, Davide Ferro, Massimo Romani, la rassegna presenta oltre centotrenta opere, tra pittura, scultura, fotografia e installazioni.

La tematica Appesi a un filo vuole alludere al fatto che nulla è sentito più come concreto e ci ritroviamo a vivere in un grande universo fluido che ci ingloba e ci sommerge.
Per sovvertire questo senso di impotenza è indispensabile ripercorrere a ritroso tutto quello che abbiamo già esperito alla ricerca di nuovi orizzonti del reale.

Il significato di questa mostra è, quindi, quello di fissare un punto, di trovare un centro, di cercare un percorso, quasi un filo di Arianna, che faciliti un nuovo incontro, una diversa modalità di comunicazione e alla scoperta di nuovi linguaggi.
A tal fine l’esposizione presenta le opere d’arte appese a un filo con l’intenzione di proporre quello che di più bello abbiamo creato, senza la paura che tutto ci possa piovere addosso.
Si ribalta in positivo il senso di precarietà che ci pervade e proviamo ad andare avanti realizzando una esposizione innovativa che possa essere una sfida forse dai risultati incerti e incontrollabili ma saldamente ancorata ad un filo di speranza.

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Frammenti di noi
2024 , Resina, tessuto, corda, mollette, 50x60 cm

 Frammenti di noi
2024 , Resina, tessuto, corda, mollette, 50x60 cm

Un brandello di tessuto è come sospeso in un limbo temporale. Il tessuto, di un bianco sporco e neutro, è stato trattato con resina, conferendogli una consistenza scultorea.

Appeso a una corda tesa, come un bucato steso al vento, il pannello ondeggia, creando un gioco di ombre e luci che ne sottolinea la matericità. Le pieghe e le increspature, generate dal peso del tessuto e dall’azione del vento, evocano un senso di movimento e di impermanenza. Il colore neutro del tessuto simboleggia l’universalità dell’esperienza umana e la nostra comune condizione di fragilità. Le mollette da bucato ancorano il tessuto alla corda, come a volerlo trattenere, ma allo stesso tempo ne sottolineano la precarietà. L’opera invita lo spettatore a riflettere sulla condizione umana, sulla fugacità del tempo e sulla ricerca di un equilibrio in un mondo in continuo mutamento.